Definizione clinica
Definizione clinica
Le manifestazioni cliniche della psoriasi sono molto variabili al punto da distinguere una forma follicolare o puntata, guttata, nummulare, a grandi chiazze, rupioide, elefantina, pustolosa localizzata (cronica palmo-plantare, acuta palmo-plantare, acrodermatite continua e forme extra-acrali localizzate della psoriasi pustolosa generalizzata), pustolosa generalizzata (acuta, circinata e anulare, infantile e giovanile), premestruale e gravidica, instabile, eritrodermica, artropatica (similreumatoide-simmetrica, simil-reumatoide mono-oligoartritica, interfalangea, mutilante delle mani e dei piedi, assiali spondilitica-sacroileitica, temporomandibolare, cervicale simil-reumatoide, sternale). Le lesioni artropatiche sono riscontrabili nel 6-34% dei pazienti psoriasici.
Infine si distinguono forme caratteristiche di alcune aree anatomiche: la psoriasi inversa o delle pieghe a margini ben definiti, di aspetto “verniciato”, la sebopsoriasi, che colpisce le “aree seborroiche” e l’area genitale nell’infanzia con l’aspetto di “napkin psoriasis”, la psoriasi del pene, del cuoio capelluto, ungueale, delle mucose, oculare, palmo plantari, del volto e dell’orecchio.
E’ evidente a fronte di questo ampio e diversificato spettro di manifestazioni, una notevole difficoltà a definire clinicamente la psoriasi. Pertanto, specie al fine di un’utile valutazione prognostica e di opportune scelte terapeutiche, si tende a proporre una definizione clinica comprendente cinque forme principali: psoriasi guttata, psoriasi cronica in chiazze, psoriasi pustolosa, psoriasi eritrodermica, psoriasi artropatica.
A queste diverse espressioni cliniche sembrano corrispondere specifiche alterazioni genetiche che potrebbero permettere di enucleare sindromi diverse in un futuro molto prossimo, meccanismi patogenetici qualitativamente o quantitativamente diversi e, infine, approcci terapeutici differenziati.
Gli approcci terapeutici possibili sono innumerevoli e in alcuni casi anche molto validi, tuttavia qualsiasi terapia si deve confrontare con il problema costituito dalla cronicità di questa affezione e quindi con effetti collaterali locali e sistemici, acuti e cronici.
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